LEO LIONNI E P.MONDRIAN
Intorno al 1920 il fisiologo sovietico Pëtr Kuz'mič Anochin inizia a consolidare i risultati di un approccio teorico innovativo, attraverso il quale configura la visione neurofisiologia dell’apprendimento e delle dinamiche della riabilitazione attraverso una visione sistemica e abbandona l’approccio causale, invitando la comunità scientifica a considerare l’interazione dei sistemi cognitivi con quelli sensoriali e percettivi, nel contesto della relazione con l’ambiente di riferimento.
In quest’ottica, emerge nitidamente il meccanismo dell’attrazione verso i contrasti e le dinamiche interazionali manifestata dai neonati e dai bambini in età evolutiva, in virtù del quale s’intravede l’orientamento degli intrecci artistici e la natura epistemologica di alcune grandi progettualità letterarie destinate all’infanzia.
Broadway Boogie-Woogie, insieme agli studi sul colore condotti a New York tra il 1940 ed il 1944 dal pittore olandese e fondatore del neoplasticismo Pieter Cornelis Mondriaan rappresentano, in tal senso, un’interessante opportunità di riscontro circa il valore del pensiero metanarrativo nella realizzazione degli albi illustrati di Leo Lionni, autorialità di massima portanza nel panorama letterario ed artistico internazionale: l’accostamento di rettangoli gialli e luminosi e la sospensione delle rigidità reticolari raggiunge un’amplificazione inesplorata dell’effetto luminoso, accendendo un inconsapevole sodalizio di intenti lungo la variegata allure culturale novecentesca, che mantiene, senza soluzione di continuità, il piglio sempre costruttivo e tipico dell’infanzia di giocare a catturare e sublimare l’essenza astratta della realtà concreta.
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Image credits: Tillie and the wall, Leo Lionni, 1989, Dragonfly Books
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